Affreschi di San Vito Vecchio – Giovedì 1 Febbraio 2018 primo sopralluogo propedeutico alla successiva fase operativa di recupero,restauro e salvaguardia a cura del dott. Giuseppe Fabretti

Era il 28 novembre 2012, quando, nel corso dei 5 giorni di esami diagnostici, effettuati sugli affreschi della chiesa di San Vito Vecchio, dal dott. Giuseppe Fabretti, direttore del laboratorio di Diagnostica dell’Istituto Centrale di Roma e da Giuseppe Moro, ormai deceduto nell’estate del 2017, autore, insieme a Cesare Brandi, degli stacchi degli affreschi dal sito originario, eseguiti nel 1956, nel corso di un incontro promosso dalla Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, proprio il dott. Fabretti ebbe modo di affermare: “Quanto meno, dopo più di quarant’anni dal loro primo restauro, ora bisogna mettere l’intero manufatto in sicurezza”, precisando: “Bisogna fare presto”. Dal 2012 sono passati ben sei anni quasi. Ora, finalmente, pare aprirsi uno spiraglio  concreto, grazie alla sensibilità del dott. Fabretti, nell’attuale veste, anche, di docente, presso la sede materana della Scuola di Restauro. Infatti, è stato proprio lui, forse anche sollecitato dalla caparbietà del nostro concittadino Giuseppe Massari, che non ha mai mollato e mai si era 壯陽藥
rassegnato che gli affreschi potessero continuare a deperire, se non addirittura perdersi, a farsi promotore attivo di quelle avvisaglie lanciate nel 2012. E così, giovedì prossimo, primo febbraio, alla presenza del presidente della Fondazione Pomarici Santomasi, il dott. Mario Burdi, che farà gli onori di casa, e del direttore della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Bari, dott. Luigi La Rocca, sarà effettuata una visita sopralluogo, presso la cripta ricostruita di san Vito Vecchio, ubicata nei locali della Fondazione, da parte degli alunni del 3° anno di corso, accompagnati dal loro docente. Una prima fase, un primo approccio, propedeutico alla fase successiva. Quella operativa e didattica, grazie al coinvolgimento della Soprintendenza e all’accesso ad un progetto triennale di finanziamento, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che sarà presentato dall’Istituto Centrale di Restauro di Roma.